Veduta d'insieme della sede del gruppo infrastrutturale Atlantia, a Roma
Il logo di Atlantia è visibile fuori dalla loro sede centrale, a Roma, Italia, 5 ottobre 2020. Reuters

Il buyout di Atlantia taglierà altri 19 miliardi di euro dal valore della Borsa di Milano e porterà a 12 il numero di società che usciranno dalla Borsa quest'anno, alimentando i timori sulla sua posizione.

I legislatori e le autorità di regolamentazione vogliono invertire la tendenza e rafforzare il ruolo della Borsa Italiana, che ha 200 anni, al centro del business italiano.

Barbara Lunghi, head of equity listings Italy presso Euronext, sostiene che essere un'azienda quotata sotto lo scrutinio di investitori esterni spinge le imprese a innovare e svilupparsi.

"Dà alle aziende quella marcia in più che aiuta a guidare la crescita", ha detto Lunghi.

Ma il problema ha radici profonde, con molte aziende italiane a conduzione familiare che non sono disposte a cedere il controllo quotando le proprie attività a meno che non abbiano bisogno di liquidità per fusioni e acquisizioni o altre strategie di espansione.

L'Osservatorio di mercato Consob ha approvato quest'anno misure volte a semplificare le procedure per l'approvazione dei prospetti di quotazione, tra cui la possibilità di presentarli in lingua inglese.

Sempre con l'obiettivo di accelerare il cambiamento, quest'anno l'Italia ha iniziato a studiare come rivedere la sua quotazione, il voto e altre regole per affrontare i problemi che frenano i mercati dei capitali del paese, sebbene questo processo sia stato congelato dal cambio di governo a seguito delle elezioni di fine settembre.

ESODO MILANO

Finora quest'anno 11 società hanno abbandonato Euronext Milano, compresa la holding della famiglia Agnelli Exor, che si è trasferita alla Borsa di Amsterdam in linea con la sua sede legale.

L'operatore stradale e aeroportuale Atlantia se ne va dopo un buyout da parte della famiglia Benetton e Blackstone giovedì ha superato la soglia del 90% di supporto.

Autogrill dovrebbe essere cancellato dalla quotazione dopo una fusione con la svizzera Dufry, e il destino di Tod's rimane incerto dopo il fallimento di un'offerta di acquisto da parte del suo principale azionista.

Anche CNH Industrial, le cui azioni sono quotate sia a Milano che a New York, sta valutando la possibilità di porre fine alla doppia quotazione e puntare sul NYSE.

Rendere private le società quotate è una tendenza condivisa da molte borse europee, poiché i prezzi bassi e la disponibilità di denaro a buon mercato lo hanno reso conveniente.

POCHI NUOVI ARRIVATI

Tra i lati positivi, quest'anno quattro società hanno aderito al mercato principale di Euronext Milano, tra cui Iveco, che è stato il risultato di uno spin-off. Altre due società sono passate dalla più piccola Euronext Growth Milan.

La situazione è più sana per lo stesso Euronext Growth Milano, mercato dedicato alle piccole e medie imprese con requisiti minimi di accesso. Nel 2022 ha contato 18 nuove quotazioni, ma il market cap complessivo è molto basso.

La carenza di IPO italiane è un problema perenne.

Negli ultimi 20 anni il mercato principale ha perso 268 società quotate e ne ha guadagnate solo 185, secondo una ricerca di Intermonte pubblicata a marzo. Al contrario, il mercato delle PMI meno regolamentato ha attirato 263 società quotate e ha visto 68 delisting.

QUESTIONE CULTURALE

Il fatto che le società quotate siano relativamente poche ha le sue radici nella storia del Paese, ha affermato Andrea Beltratti, professore di Economia politica all'Università Bocconi di Milano.

Beltratti ha detto che l'Italia manca di una lunga tradizione di equity finance e la sua economia è stata relativamente debole negli ultimi 20 anni.

La forte presenza di banche e altri intermediari finanziari in Italia ha soppiantato il ruolo dei mercati, per cui spesso le aziende hanno preferito chiedere loro i finanziamenti.

"I vantaggi dell'essere quotati sono la facilità di raccolta del capitale e la reputazione (posizione), ma ci sono anche i costi, legati alla regolamentazione, alla necessità di trasparenza e alle molteplici interazioni con gli investitori", ha affermato Beltratti.

"Non credo siano questioni risolvibili in mesi o addirittura anni perché è una questione culturale", ha aggiunto Beltratti.